Io mi faccio un sacco di appunti.
Mentali, astratti, fisici, scritti, non importa di che tipo. A volte la testa frulla talmente tanto che potrei persino riuscire a sentirla macchinare come gli ingranaggi di una pendola. A intervalli molto regolari, nel trascorrere della giornata o di un’intera settimana, io mi segno pensieri.
Liste, per la maggior parte, anzi per l’esattezza liste di cose da fare. Ma anche moniti e, ultimamente, tanti rimproveri.
Dovresti cambiare questo modo di fare…
Sarebbe meglio non comportarsi così in questa occasione…
Ma che c***o fai?!
Sei impazzita?
Smettila!….smettila di…(pensare/fare/parlare/urlare e via dicendo)
Ma ti muovi?
Ecco, e ci risiamo, anche oggi non un disastro…
In realtà mi sono accorta che questo modo di fare lo proietto anche su chi mi sta vicino. Mi son detta che non va bene, poi nel mio “cybervagare” per siti ho trovato un consiglio: “parla a te stessa come faresti con un’amica”. Ci ho provato e funziona, almeno se mi ricordo di questo suggerimento. Non sembra, ma parlarsi con più gentilezza è un grande atto di amore verso sé stessi, e di riflesso anche verso gli altri. Innesca un meccanismo di indulgenza che permette di prevenire tanti stati d’animo negativi, come autocommiserazione e vittimismo. L’eccessiva intransigenza sui nostri errori non porta a migliorare, ma solo a farci sentire più incapaci e ad alimentare il senso di frustrazione. Una sindrome da “non ce la faccio” o “non so fare niente”, quando invece con uno sguardo più distaccato si scoprirebbe di aver raggiunto traguardi e superato ostacoli.
E allora, ecco i miei appunti di oggi.
Mi devo ricordare di guardare con più fiducia le mie giornate e considerare anche gli sforzi compiuti.
Mi devo ricordare di ridimensionare le aspettative.
Mi devo ricordare che fermarsi e respirare è un atto dovuto, non un capriccio.
Mi devo ricordare che, alla base di tutto, ci siamo lui ed io.
Mi devo ricordare di amare, incondizionatamente, che questo è l’abito che più mi si addice.
Ora me lo segno!