Ho sempre sognato una famiglia mia. A 8 anni, con un febbrone da cavallo, dissi che non potevo stare male, perché “Io voglio diventare grande e fare la mamma”. Ho sempre pensato che lo sarei stata, è sempre stata la mia aspirazione e ho sempre creduto che, una volta mamma, sarei stata pienamente realizzata, appagata, arrivata.
Ho sempre sbagliato.
Sia chiaro, adoro la mia famiglia. Amo mio marito e i nostri due meravigliosi bimbi. Tuttavia, ciò che immaginavo anni fa era molto distante dalla realtà. La mia idea della madre che sarei stata è stata completamente stravolta, soprattutto all’inizio; non che la mia aspettativa fosse meglio o peggio, semplicemente era diversa e questo ha richiesto un notevole sforzo di adattamento. Non da ultimo, mi ha fatto capire molto di me stessa e di quanto fossero importanti altri aspetti della mia personalità, ai quali non ho mai dato tanto ascolto e che ritenevo marginali per la mia ambizione di mamma.
Mi sono dedicata forse con troppa superficialità alla mia carriera vera e propria, pur riuscendo a cavarmela discretamente bene negli studi, pensando che comunque la mia realizzazione massima sarebbe arrivata con la maternità. L’importante era diventare mamma, per il resto avevo quell’idea un po’ bohémienne che tanto qualcosa farò – c’è sempre tempo per imparare o per cambiare strada. Da un lato ci credo ancora e so che questa filosofia mi accompagnerà, volente o nolente, per tutta la vita. Dall’altro, mi dico che avrei dovuto dare più peso anche ad altri progetti che ho accantonato perché “impossibili” o di difficile realizzazione.
Certo, essere mamma è il più delle volte meraviglioso, anche se con tutta sincerità io ancora mi devo abituare a questo ruolo: non è mai scontato e quotidianamente riserva in alternanza sorprese, preoccupazioni, emozioni e sentimenti.
Fare la mamma, invece, è un’altra storia. Ci sono giorni (la maggior parte, per dire la verità) in cui non si fa altro che rispondere ai bisogni degli altri, assicurarsi che ci sia simil-ordine in casa, provvedere alle richieste di tutti e rimediare a qualche mancanza. E non dico che la sera non si arrivi soddisfatti, ma è diverso da ciò che mi figuravo ai bei tempi degli 8 anni e dei deliri da febbre alta.
C’è un abisso tra l’essere mamma e il fare la mamma. Ho capito che sì la maternità mi realizza molto ogni giorno e mi ha resa ancora più donna, ma per sentirmi più completa serve anche quella voglia di fare altro, ho bisogno di quegli stimoli che avevo in testa e che ancora non mi hanno abbandonata, nonostante prendano forme un po’ diverse con il passare degli anni. E forse mi ci voleva proprio questa strada da percorrere per accorgermi di quanto sia importante avere più di un solo progetto per il futuro.
Così, ricordando di cercare ogni giorno la gioia nelle piccole cose, vado avanti a pensare a nuovi sogni da realizzare…si sa mai che un domani…