È stata una nottata orribile, complici le urla del bimbo che hanno svegliato L. e me a notte fonda, dopo precedenti risvegli più tranquilli. Sognava, strillava e l’ha calmato solo il nostro abbraccio, ma dopo un po’ però.
Tornati a letto, non sono più riuscita ad addormentarmi, colpa del vento stavolta, forse. O probabilmente anche di tutti quei calcetti e spostamenti nel basso ventre, che ogni volta mi fanno pensare a quanto Tu sia già con noi.
Alle 6 mi sono alzata, sconfortata e ancora molto stanca, pensando a quanto in passato non avrei mai immaginato che fare i genitori fosse sempre così difficile. Poi, dopo tanti pensieri in solitudine, ho guardato quella decorazione appena ricevuta in regalo, quei quattro cuori che siamo NOI.
E ho capito che forse è meglio se me ne sto zitta, che lamentarmi con me stessa può avere un senso, ma solo se è circoscritto e limitato. Che devo solo essere grata. Per loro, per quei quattro cuori che saremo effettivamente tra poco. Per quei quattro cuori che mi danno ogni giorno la vita, e solo uno di essi è il mio.