Il metodo giusto per crescere i figli.
Di teorie ne esistono migliaia, i manuali sull’educazione ormai non si contano, tutti a voler promuovere il modo migliore per crescere dei bambini felici-educati-rispettosi e via dicendo.
Ma la domanda è: esiste un metodo giusto, nel senso di inequivocabile, perentorio, per educare i propri figli? No perché se qualcuno l’ha veramente trovato, me lo faccia sapere. Io sono ancora alla disperata ricerca…
Negli ultimi giorni mi è capitato di leggere articoli sul tema e di affrontare il discorso con qualche amica, mamme e non o maestre a diversi gradi scolastici, in merito all’efficacia di questa o quella corrente educativa.
Dialoghi piacevolissimi e arricchenti, e pezzi sui giornali ben scritti e ben articolati, ma io resto ancora molto confusa e, soprattutto, non saprei affidarmi ad una sola impostazione nell’educazione di mio figlio.
Vanno fatte alcune considerazioni preliminari, per quanto mi riguarda.
Non ho mai, e dico mai, trovato nei manuali per genitori una formula effettivamente utile nel momento del bisogno. Sì, qualche buon consiglio c’è sempre, ma diciamo che non è indispensabile proprio essere pedagogisti per arrivarci…
Tutto ciò che sta scritto sui libri va adattato…e fin qui tutto bene, ci mancherebbe. Non pretendo la pagina personalizzata che dica “Oh mi raccomando, Vale, se tuo figlio fa un’azione di un certo tipo ricordati che ci sono questi – e solo questi – accorgimenti da prendere!”. Lo so anche io che i bambini sono diversi tra loro e i genitori pure. D’altra parte però non accetto nemmeno quando si scrivono cose come “il bambino impara da solo a gestire le proprie emozioni e l’adulto non deve intervenire”…e grazie, comodo, ma se nel frattempo sta sperimentando l’emozione della spericolatezza e si arrampica sul cornicione di un palazzo non è che posso proprio lasciarlo fare…
Mi accorgo di avere una visione un po’ scettica delle varie teorie pedagogiche in circolazione al momento, tendo molto a considerarle delle mode. Peggio ancora a volte mi sembrano solo delle scuse preconfezionate in cui rifugiarsi, per quei genitori che non hanno le palle/la voglia/la forza di cercare una strada che riesca a conciliare i bisogni di tutti, adulti e bambini. Quelli che incontri e, mentre il figlio sta imprecando o malmenando qualcuno, ti dicono con tranquillità “ma sai, è importante lasciare ai bambini i loro spazi, così sviluppano più autonomia e sicurezza in sé stessi” eccetera eccetera…mah, vedi tu, ma io due paroline gliele direi…
Meglio pensare al mio orticello, a questo punto.
È come se mi vedessi oscillare costantemente tra la mamma vecchio stile che bacchetta ad ogni sospiro e quella naïf e libertina che concede tutto al figlio per lasciargli libertà di espressione nei modi e nelle azioni. Mai una volta che io riesca a capire qual è la strada giusta. E soprattutto, c’è sempre questo bisogno (socialmente imposto) di dover appartenere a una o all’altra categoria, di essere schedata.
E se la soluzione fosse davvero attingere qua e là, ma fondamentalmente riproporre gli insegnamenti ricevuti in chiave 2.0?
Non sarebbe più semplice abbandonare le mille teorie montessoriane o che dir si voglia e fermarsi a guardare quando il proprio bimbo è felice?
Mi sento tanto di dire: affaire à suivre…