È al ritorno da un weekend di quelli col botto (e non era Capodanno), la botta (in testa, tipo) e le bottiglie (tante e buone), che ti assale una nota di malinconia, una nostalgia di fondo per tempi andati.
Credo di aver bisogno di scrivere. In una sera come questa, credo che io debba proprio farlo per potermi sentire meglio e dormire una notte tranquilla, per quanto il rospo permetterà.
Giornate come quella di oggi mi stendono. Non tanto perché sia capitato qualcosa di straordinariamente particolare, quanto proprio per il fatto che non sia successo niente di veramente speciale. Sì, certo, volendo ben guardare qualcosa di carino c’è stato, credo. Ma oggi è uno di quei giorni in cui si presentano mille domande e zero risposte. Anzi meno di zero, se possibile.
La stanchezza è sicuramente complice di questa negatività che mi attanaglia, se la fanno a nozze quelle due. Ho cercato più volte oggi di sconfiggere l’una o l’altra, o entrambe ancora meglio, ma niente. Non ci riesco.
Mi vengono domande troppo difficili, troppo interiori per riuscire a dare loro un senso o per trovare una spiegazione. O meglio, il senso ce l’hanno eccome, ma le possibili risposte a volte fanno paura. Penso a quanto vorrei essere una mamma diversa, che ha tutto (o almeno tanto) sotto controllo. E più ci rifletto, meno riesco ad avere una visione chiara del mio ruolo, una sicurezza delle mie azioni. Mi perdo, ecco. Oggi mi perdo.
Dormi, non dormi, mangi, non mangi, caldo, freddo, raffreddore, febbre sì o febbre no, piangi che ti sfoghi, no non piangere che non è niente, stai a letto, alzati, non urlare, ma piangi ancora?.
Se nella mia testa ci fossero spaghetti, questo oggi sarebbe il sugo. Un casino, insomma.
Lavora, stai a casa, pulisci, rilassati, che disastro, non fa niente, muoviti, stai calma. Un casino, insomma.
A volte sarebbe davvero bello poter ricominciare altrove, senza preconcetti e senza pregiudizi alcuni. Senza i giudizi di nessuno e quella gratuita negatività contagiosa e dilagante.
Credo di essere stufa di non saper ancora capire bene il mio bimbo, gestire la famiglia, il mio essere mamma e la mia persona. Forse non ho ancora trovato davvero un equilibrio in questa composizione a 3, alcuni giorni non riesco a trovare la serenità necessaria, quella che la mia famiglia merita. Fatico a trasmettere entusiasmo e mi arrabbio subito, sono inquieta, non ho moderazione. Perché questi esami, queste domande a catena, questi pensieri infiniti?
Cerco, con tenacia e impegno, un equilibrio che tarda ad arrivare. Cerco di farcela, ma a volte sembra davvero troppo. Ci sono, ho ancora tante risorse per provare e riprovare. Spero che l’impegno, il mettersi in gioco e la caparbietà diano qualche frutto.
Mamme e papà: ma come fate voi? Non mamme e non papà: ma come fate voi?
Magari è troppo, per oggi. Ma so che scriverlo mi ha fatto bene. Che pippa, raga – stasera positività sta ceppa!!