L’avevo annunciato qui ed eccolo: un post dedicato al lavoro, ad un nuovo lavoro, a quello che socialmente viene definito come professione, mestiere, insomma un’occupazione. E certo, perché badare a bambino, casa e famiglia, notte e giorno, pare che (sempre socialmente) non possa essere definito lavoro, almeno non nella mera retribuzione che ogni attività lavorativa onesta meriterebbe.
Tant’è, nella nostra famiglia abbiamo deciso che anche la mamma sarebbe tornata a lavorare. Da dicembre, quindi, per due giorni e mezzo a settimana inforco la bici (ho la fortuna, anzi l’ENORME fortuna, di lavorare a 5 minuti da casa) e svolgo una nuova attività. Non mi addentrerò nel descrivere ciò che faccio, perché il senso di questo post è un altro.
Voglio parlare di libertà, di realizzazione e di tempo di qualità.
Nell’avere la mia attività professionale ho dovuto sì, da una parte, staccarmi dal mio bimbo e questo genera sempre qualche senso di colpa. Alzi la mano quella mamma che, andando a lavorare, non pensa “ma sarà la cosa giusta? Sentirà (troppo) la mia mancanza? Dovrei stare con lui/lei?”. Pensieri comuni, credo, ai quali io però ho risposto con serenità. Perché, dall’altra parte, andare a lavorare mi ha fatto scoprire che le mie giornate, forse più faticose a livello organizzativo, ora sono comunque più soddisfacenti.
Si pretende troppo? Mamma, lavoro, casa e poi? Cosa ancora? Beh, tutto ciò che mi rende felice e serena. Tutto ciò che contribuisce a farmi stare bene e a trasmettere queste sensazioni al piccolo rospo e a tutta la famiglia.
A volte è impegnativo doversi organizzare con il dovuto anticipo, piazzare appuntamenti e riempire l’agenda; se il tempo è occupato da molteplici attività, ci vuole una buona capacità di gestione degli spazi a disposizione, che siano ore destinate a scrivere mail, giocare o cucinare una torta poco importa. Il tempo è limitato e bisogna approfittarne, bisogna quasi prendersene cura. E per fortuna a me piace un sacco farlo fruttare.
In sostanza, quindi, dedicarmi anche a un’attività professionale vera e propria non ha portato via tempo prezioso con il bimbo. Anzi. Questo perché quella sensazione del vento sulla faccia mentre pedalo per andare a lavorare, sapendo che mio figlio è al sicuro in mani esperte e soprattutto amorevoli, che avranno cura di lui, con la libertà di potermi occupare di altro…beh, quella sensazione mi aiuta davvero a essere migliore, mi dà soddisfazione e mi fa sentire una persona più completa. Quindi no, non sto togliendo niente al cucciolo, gli sto dando una mamma forse un po’ meno costante in fatto di presenza fisica tout court, ma MOLTO più presente in quanto a spirito. Con una guadagnata serenità, che a conti fatti credo valga di più di qualche ora. E il tempo insieme, poi, diventa davvero un tempo di qualità.
Ah…e quando capita…scrivo un blog e cucino, che mi diverte sempre tanto!
