Complice un’inaspettata nanna più lunga del solito del piccolo A., oggi posso dedicarmi alla scrittura anche di pomeriggio e sicuramente ne verrà fuori che la mattina ragiono meglio. Anyway…io ci provo.
Chiamiamola legge di Murphy, caso, destino o coincidenza, ma ogni volta che qualcosa non deve succedere si può stare certi che capita. Con precisione matematica, perlopiù! (Nota per i maligni – come me – sempre a caccia dell’errore ortografico: secondo la Crusca, perlopiù è corretto in entrambe le forme, compressa e separata…così, giusto per specificare). Dicevo, stiamo sicuri che Murphy aveva ragione e infatti ecco snocciolati un paio di classici, quelle certezze indissolubili, quei fattacci che presto o tardi fanno parte della vita di una neomamma-neo (ma neanche troppo) casalinga.
Si può innanzitutto affermare, con la probabilità del 100%, che i bucati in cui tutti i calzini hanno il compagno per formare il paio si possono contare sulle dita di UNA mano. Dovrebbero farci uno studio serio, ma credo che il calzino spaiato sia un evergreen intramontabile, a tutti è sicuramente capitato una volta, a chi prima, a chi dopo. Cosa ancor più inspiegabile di questo fenomeno è che il calzino andato perso non lo si ritrova più! Io conservo sempre la calza superstite, nella speranza che la dispersa salti fuori e io possa riporre il paio nel cassetto con il solito risvolto “alla nonna”, quello che impari da bambino per aiutare la mamma mentre stira. E invece no, la calza ribelle ormai ha preso il volo e addio, non la si trova più da nessuna parte. Lavatrice 1 – Vale 0.
Poi quando arriva il bimbo la cosa diventa più seria, perché si conosce la cacca imprevista, quella che sembra che così tanta non ne abbia mai fatta. Ovvio che questo portentoso movimento intestinale succede sempre, e dico SEMPRE, quando il bimbo è vestito a festa e si stava per uscire per una bella passeggiata in città o per un appuntamento dal medico. Inoltre, non basta averlo appena cambiato e sentire quel rumore sospetto che proviene dal pannolino nuovo, no, solitamente in questi casi ne va letteralmente dappertutto. Quindi il completino migliore ricevuto dai nonni, che avevi tenuto per l’occasione speciale, mica per la passeggiatina di tutti i giorni, ha una durata media di pochi minuti, giusto il tempo per farti dire “Ma guarda come sei cari…” e via, tutto da lavare. Lavatrice 2 – Vale 0.
E quando non è la cacca, c’è sempre il suo alleato di riserva a rovinare la festa: Ladies and Gentlemen, vi presento il rigurgitone! Quando ormai son 2 ore che il bimbo ha mangiato e tu, candidamente, ti illudi che abbia già assimilato l’intero pasto, ecco che invece il piccolo te lo ripresenta a più riprese, immancabilmente sul maglione di cachemire della tua amica o sul divano nuovo della zia. Questo mi fa pensare che i veri affari con il mondo dei bambini non li facciano i produttori di pannolini (che si fanno comunque due belle p…e d’oro), ma le aziende di saponi e ammorbidenti. Morale; Lavatrice 3 – Vale 0. GAME OVER! Fortuna che i vestitini del bimbo almeno non sono da stirare! Come? C’è anche chi lo fa?…Ahahah, sì certo…ma per piacere!
Non va dimenticato poi, tra i classici da annoverare, il pianto furioso all’ora di cena. Acuti che neanche la Callas nelle sue migliori performance! E tu ci resti proprio male perché fino ad un attimo prima, mentre controllavi le verdure nel forno, scolavi la pasta e apparecchiavi la tavola (tanto per osannare un po’ l’innato multitasking femminile), il piccolo DOR-MI-VA! Garantito che, quando meno te lo aspetti, di punto in bianco, parte convinto con i do di petto e la sinfonia è assicurata per tutta la durata della cena. Tu che un attimo prima già stavi pregustando una cenetta non dico romantica (eh sì, ciao!), ma almeno tranquilla, con una sana conversazione tra adulti sul “com’è andata la giornata?”, ti ritrovi a cenare con il bimbo in braccio, appoggiato sulla gamba che muovi istericamente per “cullarlo”, con qualche pezzo di cibo e innumerevoli briciole che cadono sui suoi vestiti (ovviamente freschi di bucato) e tuo marito che, pur offrendosi volontario per darti il cambio un attimo, ti guarda e ride. Davanti a un quadro del genere cosa puoi pensare, se non che sei la persona più fortunata del mondo? Solo che quel pensiero ti viene dopo, non è proprio immediato…diciamo che sulla corta distanza ti viene di più un %&*”&)=…che tradotto dopo qualche ora di sonno, una doccia e un sorriso diventa un “ti voglio bene cucciolo” =D…non si sa bene se indirizzato al bimbo o al marito, o a tutti e due.
Tanto per non smentirmi, per scrivere questo post ci sono volute più o meno 4 ore, considerate le doverose pause per assecondare le richieste di Mister A…eh sì, perché a lui del blog, giustamente, ‘njenepoffregaddemeno! Matematico!